Gli Aforismi di Munz - 23/01/08

"Dopo la morte c'è la vita eterna, se ti fai fare degli innesti metallici e ti trasformi in Robocop".

Gli Aforismi di Munz - 21/01/08

"In certe parti d'Italia (in particolare in Abruzzo) si festeggia un Santo, Antonio, accompagnato da un maiale.
La Chiesa non ha ancora chiarito se il suino è stato almeno proclamato beato."

Gli Aforismi di Munz - 19/01/08

"Bruce Lee si allenava dando duemila pugni al giorno.
Quando ti menava, non lo vedevi.
Ne potevi prendere coscienza solamente a livello intellettivo, quando ti risvegliavi al pronto soccorso."

Il cazzotto in tre quarti (da "Melomania e Difesa Personale")

"Schopenhauer diceva che l'individuo, generalmente, fa parte di una di due grandi categorie: può essere un contemplatore o un lottatore. In effetti il filosofo non aveva di certo sbagliato la sua analisi: c'è chi mena, come il sottoscritto, e chi mi contempla mentre viene picchiato, come la maggior parte dei miei avversari. A questo punto la filosofia si è interrogata su come unire esigenze estetiche ai colpi speciali, da eseguire quando un eventuale rivale si trova in difficoltà, per concludere una diatriba probabilmente evitabile, ma di forte impatto scenico. Ad esempio, mi preme ricordare la tecnica della "Fase Anale" di Sigmund Freud, una particolare forma di attacco psicologico con risvolti coprofaghi che, sfortunatamente, non ha avuto particolare successo, e la forma de "L'Arche-Tipo" di Jung, applicabile solo dai possessori della nota autovettura targata Fiat."

"[...] Potenzialmente, in ogni individuo si celano due grandi entità, in perenne conflitto. C'è il lato della nostra personalità più femminile, quello che oggi spinge molti uomini a mettersi cremine per il viso, burrocacao, fondotinta, rossetto, phard, allungaciglia, riduciciglia, che chiameremo "il ballerino", come quegli adolescenti abusati che popolano le trasmissioni nazionaliste di Canale 5, con il loro italiano claudicante e il fisico da scaricatore di beauty-case.
Dall'altra parte, abbiamo il lato più istintivo, quello più viscerale, più bestiale, che chiameremo "il Munz", che porta l'individuo a malmenare il prossimo, a bersi dodici birre in quindici minuti netti, a ruttare il proprio pensiero al mondo senza farsi problemi di alcun tipo"

"[...] Le due parti sono in perenne conflitto, e solitamente, quando si trovano in contrasto, il risultato è un hegeliano pareggio ai punti, che sintetizza l'atteggiamento dell'uomo moderno, un pescecarne che vuole essere mascolino pur portando chili di trucco. In realtà questo aspetto, questa risultante, altro non è che una ulteriore illusione di unità, di complessità.
Se consideriamo i personaggi che popolano il mondo dello spettacolo, ci si accorge che spesso il "ballerino" ha la meglio sul "Munz".
Ma se prendiamo come esempio Rutger Munz, si può constatare il decesso del ballerino."

"[...] Nel corso dei secoli, il "ballerino" ha preso sempre più coscienza di se. Il "Munz" non ne ha mai avuto bisogno, mentre lui, come le donne, ha bisogno di complimenti, frasi di circostanza tipo "hai un nuovo taglio di capelli...ti sta benissimo!" o "stasera sei davvero bellissima! Se ti guardo ancora un po' ti salto addosso". Quando, generalmente, il "ballerino" si sente accettato, comincia ad infastidire il "Munz" con periodi tipo "Che fai! Non si mangia la pasta con le mani!" o, soprattutto, "Perché leggi Goethe ruttando?".
A quel punto
scatta la rissa.
Negli uomini contemporanei, a vincere è il ballerino, che il più delle volte cerca di commuovere il "Munz", e, se ci riesce, ottiene la vittoria colpendolo alle spalle, graffiandolo negli occhi e colpendogli i genitali. Quando non ci riesce, utilizza le sue abilità di danzatore per mettere in difficoltà il suo avversario che, di balletto, non capisce niente (come dargli torto!).
Come fare, allora, per far trionfare il "Munz" che c'è in noi?
Basta utilizzare una tecnica speciale di mia invenzione: il "Cazzotto in Tre Quarti".
Posso testimoriare che questa particolare manovra mi ha permesso di avere la meglio sul "Ballerino" (che, in calzamaglia stava parecchio male), il quale, "interpretava col corpo la musica che sentiva". Sostanzialmente, la musica che si sente attualmente è genericamente composta col tempo di quattro quarti, sicchè i movimenti di quell'entità salterina erano rapidi, ma scanditi temporalmente.
Dopo aver scoperto il suo punto debole, mi è bastato comporre mentalmente un walzer
(che, per chi fosse ignorante di musica, ha un tempo di tre quarti) per cingoli, granate e fiati, e basarmi su questo ritmo per anticipare le sue mosse.
Le sue ultime parole furono: "Puoi avere vinto oggi, Munz, ma noi siamo tanti! Il Cazzotto in Tre Quarti è una tecnica potente, ma difficile da apprendere!"
Io risposi: "Gli uomini impareranno, così come hanno imparato a fare il caffé, o a centrare la tazza quando sono ubriachi".
Su questa ultima frase, la mia parte danzante spirò.
E io, per ricordarlo come si deve, gli pisciai addosso, nostalgicamente, perché gli sarebbe piaciuto."

Il rutto come scienza e virtuosismo (o virtuo-sisma) musicale - Intervento alla conferenza "Musica fai da te!" del Giugno 2007

Carissimi colleghi,
per troppo tempo, oramai, la musica colta ha rifiutato l'aspetto rumoristico, a favore di una melomania tendente all'effeminato. Prendete ad esempio Nicola Piovani, questo ometto che sembra un tecnico della Telecom, ma che compone musica per film venduti in tutto l'emisfero boreale e australe. Ve lo immaginate mentre fa all'amore? Io si. I miei genitori avevano una fattoria, quindi casi di accoppiamento uomo-bestia, animale-animale, bestia-animale, insetto-uomo, uomo-uovo non mi sono estranei. Sono un uomo di mondo. Ma Nicola Piovani che si accoppia supera anche il genio splatter più ispirato. Secondo me si riproduce per osmosi.
Carissimi colleghi, dopo esermi preso con la forza questa parentesi, asserisco ai quattro venti e ai rispettivi cantoni che l'Arte della Musica abbisogna di un cambio radicale. In particolare, oggi, in molti si cimentano nella cosiddetta "Sperimentazione Vocale". Alcuni studi, confesso, sono parecchio interessanti. Altri no. Nessuno, in realtà, ha avuto il coraggio di protrarre gli esperimenti varcando il limite denominato "Rutto", la più grande invenzione di cui il Demiurgo ci ha fatto dono.
Il "rutto", in una società in evoluzione come la nostra, rappresenta un qualcosa di totalizzante nei suoi estremi: è un qualcosa di archetipico, primordiale in sé, ma allo stesso tempo ci rende simili a macchine, a livello sonoro.
Basta con archi, trombette, pianoforte e strumenti a rapporto orale: il mio rutto ha la potenza di un'orchestra sinfonica, con l'unica differenza che posso fruirne dove voglio e anche contro la mia volontà.
Basta con i Maestri che dirigono musicisti con le bacchette da sushi della cena del giorno passato: io, Rutger Augustus Munz,
dichiaro ufficialmente fondata la Ruttofonia.

Menare alla Befana, ovvero La Befana (parte seconda)

Iersera, alle 3:29, la Befana ha fatto finalmente la sua apparizione a Casa Munz.
Tranquilla, questa vecchia rivoltante ha fatto il suo ingresso nella mia proprietà, dopo aver scassinato il portone con una invidiabile maestria, per una pluripensionata.
Sfortunatamente, quel residuato senile, gioia di grandi e piccini, non sapeva cosa stava per accadergli.
La befana si è mossa rapida, ma questo essere muscolarmente erudita l'ha presa e immobilizzata. L'anziana, però, ha mostrato una forza spaventosa per la sua età.

Molti bambini, stanotte, hanno pianto perchè quella spazzina volante non è passata a portar dolci nelle loro calzette.
Abbiamo lottato sino all'alba. Poi ho trionfato:

Dopo aver schiantato il suo corpo contro un palo, la vetusta è spirata.

Avrete di certo notato la sua postura innaturale, ma vi posso assicurare che non è il rigor mortis.

Munz doveva sapere, e adesso Munz sa.
Munz ha scoperto qualcosa di terribile.

La Befana è un androide.




Dopo aver ispezionato il suo corpo, ho notato un insieme di transistor, cavi, condensatori, pistoni, che uscivano dal suo corpo.
E un simbolo inquietante...

La Befana

Questa sera, nelle case di tutto l'universo conosciuto, dovrebbe giungere la Befana, questo essere antropomorfe che si sposta alla velocità della luce, per portare i doni a tutti i bambini buoni.
In realtà, La Befana, coniuge di un certo "Babbo Natale", porta i doni a tutti i bambini ricchi, sotto compenso economico.
Mi spiego meglio: come potrebbe una vecchia millenaria munirsi di una scopa, che è in realtà una specie di nave spaziale, permettersi una tecnologia aliena perfino agli scienziati più rinomati e brillanti?
Dietro tutto questo ci deve essere qualche sorta di Organizzazione, magari correlata ai messaggi di errore che Windows mi invia sullo schermo, quali "Attento Munz, l'applicazione ha violato il registro di sistema all'indirizzo xxxxxxxxxxxxxxx : non spingerti oltre, è un avvertimento", o "Comando o nome del file errato: se_sbagli_ancora_ti_faremo male.Munz".

Oggi ho composto una overture di rutti e archi per la mia opera musicale "Zetigeist und ohrfeigen", che pubblicherò prossimamente sulla pagina personale di Myspace che mi stanno mettendo su.
Poi ho cominciato i preparativi per stasera.
Ho una bella sorpresa per la Befana.
Munz deve sapere.

C'è posta per Munz - Gennaio 2008

Inizia l'anno nuovo, e la mia casella di posta è piena di lettere. Anche quella virtuale è ricca di domande e minacce dei miei lettori e lettrici, soprattutto lettori perché non tutte le donne sanno leggere i miei libri.
Chiunque voglia dialogare con queste mani robuste e possenti, può scrivermi all'indirizzo rutgermunz@gmail.com, o mettermi uno sgambetto nel caso mi dovesse incrontare in giro per la vostra città.

Caro Rutger Munz, mi chiamo Alessandro da Genova, e ti scrivo dopo aver letto il libro "La Genealogia del German Supplex". Un passo, in particolare, ha destato in me diversi dubbi, che desidero sollevare dopo averlo citato:
-" Siamo ignoti a noi medesimi, noi uomini che meniamo, noi stessi a noi stessi: è questo un fatto che ha le sue buone ragioni. Perché se ci troviamo, ci diamo fastidio, ci raccontiamo barzellette spinte, ci offendiamo le donne, ci rovesciamo la birra per terra. Perché se ci troviamo, ci meniamo.
Se penso al Munz che ho dentro, gli spezzerei le braccia perché occupa abusivamente questo corpo scolpito in tutti i suoi angoli ".
Munz, perché odi tanto la tua interiorità? Hai paura della voce della tua coscienza? Oppure vuoi implicitamente dire che l'animo umano è in realtà misterioso, un qualcosa che limita l'agire individuale?
Grazie.


Caro Alessandro da Genova, famosa città montana e ricca di monasteri incastonati tra ampie vie, citi uno dei miei frammenti preferiti. Procediamo con ordine.
Io non odio la mia interiorità, anzi, gli voglio così bene che la stringerei forte forte, fino a fargli male. Io non ho paura di niente, nemmeno di Arnold Schwarzenegger o di Robocop, anche se la mia coscienza sarebbe capace di metterlì giù in un paio di minuti. Personalmente stimo molto Schwarzenegger e Robocop, sono entrambi cromati e brillanti, l'uno grazie alla chimica, l'altro grazie alla metallurgia, scienze tra le più nobilitanti dell'essere umano, e non ho niente contro di loro.
Tornando al passo, vorrei dirti che quella riflessione è frutto di esperienze reali: non ti è mai capitato che la tua coscienza dia fastidio mentre sei con tua moglie? A me è capitato, mentre picchiavo la mia. Mi diceva: "Smettila!", poi la mia interiorità mi ha preso e sbattuto contro il muro, colpendomi con una serie di colpi al viso e al torace. Mentre stava per colpirmi con un braccio teso, l'ho fatta sbattere contro il muro e l'ho presa a sediate. Alla fine è arrivata mia moglie, in lacrime, e la mia coscienza e io ci siamo coalizzati contro di lei perchè a casa Munz non si piange. Per nessun motivo.
L'interiore limita l'esteriore, e non caccia mai un euro: l'animo ti ha mai pagato le bollette? L'altro mese è arrivato il gas, poi la luce e la tassa sui rifiuti, e il mio, dopo che gli ho chiesto una mano, ha risposto semplicente: "Sono etereo, non posso lavorare!". Cavolo, quando rompi le palle al sottoscritto sei materiale, e adesso non lavori perchè sei una specie di ectoplasma? Pensa, caro Alessando, che la mia interiorità prende pure una specie di "pensione di traslucidità", all'ottanta per cento.
La mia psiche é un inquilino abusivo, ma visto che ha una forza pari alla mia non lo posso cacciare. Però, ultimamente, mi sto allenando tanto.
Spero che la tua sia una mammoletta...considerando il modo in cui scrivi le lettere e i problemi che ti fai, non ho dubbi a riguardo.
Addio.