Sangue e Teobotica - Atto V: L'eterno ritorno di un cervello stanco, a prescindere!

Vedere l'ideologo del cazzotto in faccia a terra è cosa abbastanza rara, così rara e sorprendente quanto l'epifania che mi aveva permesso di disvelare il processo di creazione di quell'essere dalle viscere di zinco, generato dal sacrificio di un prete danzante e dalla scienza più brillante e deviata degli ultimi anni. Dogmi e paradossi della fede, scorrettezze teologiche e teodinamiche avevano dispiegato orizzontalmente l'ultrapensiero a presa rapida della mente a cui ambite, in fondo, e anche voi, con me, nel leggere, vivete nell'apprensione che tutti gli sforzi fatti per fuoriuscire da una schema di prederminazione catecumenale siano stati vani.

A due piedi da questo volto antico, scolpito di un'acciaiera tedesca anni or sono da una valchiria teutonica e un geniale mariuolo degli Abruzzi, viaggiatore, umanista e dai possenti attributi che si tramandano geneticamente, in quei luoghi, c'era la suola del robot di prossima beatificazione, lo sradicatore del pensiero ateo/agnostico e del razionalismo così tanto odiato dallo stato a sé che chiamiamo Vaticano, pronta a calpestare la mente più brillante che l'intelligentia contemporanea abbia mai conosciuto.
Attraverso i miei occhi, scorsero in sequenza le immagini di una vita inimitabile anche dal più navigato esteta di cui si ricorda, dalla nascità, avvenuta tra faville a dir poco vulcaniche, al primo cazzoto, dal primo bacio al primo scontro dialettico, dal primo cartellino rosso sui campi da giuoco alla prima birra, sorseggiata avidamente durante l'ora di religione alle scuola elementare di Düsseldorf.
Forse era giunto il capitolo conclusivo della narrazione ascenzionale dell'onnipossente talento, prono ormai a causa di un calcio nei poderosi coglioni da parte di un androide clericale sponsorizzato da una multinazionale che sfutta i bambini, che molto ha a che spartire col Vaticano, che ne cambia, in fondo, la destinazione d'uso.
Forse era davvero la fine, per il Possente.
Forse, però, se scrive ancora su queste pagine marmoscolpite e decorate da neri schizzi di genio, qualcosa accadde. L'avresti dovuto capire, no, auditore?

Ad un paradossale miracolo, rispose un'altrettanto paradossale miracolo.

Mentre ero ormai pronto ad affrontare la mia dipartita, il Sangabrielebot venne misteriosamente colpito.
Un urlo si levò dalla gola rauca dello scienziato, che bestemmiò in un attimo di rapimento e terrore estatico proprio il santo cui la sua creazione deve il copyright. Il Prete d'Acciaio inarcò le braccia al suo padrone, come per dire, secondo l'antica favella abruzzese, "Mbè dai, pure tu t' c' mitt'!"
Non fece in tempo a compiere questo strano gesto, residuo della coscienza di Padre Nike, precedemente istallata al suo interno, che si girò minaccioso verso il suo assalitore. E nel constatare il suo aspetto, rimase esterrefatto quanto il suo costruttore, e il sottoscritto, che osservava il tutto letteralmente basito.
Il composto di circuititi, nel compiere la scansione dei lineamenti di un altro colosso, possente quanto il sottoscritto, vagliò una serie di nomi.
Ad essi seguì una fumata bianca, nel momento in cui all'entità celata fino ad allora corrispose un nome.
Un sibilò metallico venne espulso dai sistemi vocali dell'essere stagnoso, fendendo l'aria con due parole che, ancora oggi, provocano il mio più totale stupore.

WAGNER LOPEZ.

Il prelinguista era tornato.
Ed ebbe modo a dire, al mostro di ferro: "Ciao papà Nike. Toh trovato. Adeso ti apro il culo!"

Sangue e Teobotica - Atto IV: L'ora più buia dell'Emisfero Settentrionale

Ci eravamo lasciati - cari visualizzatori di segni linguistici codificati in una serie di costrutti che possiamo definire "parola", sapientemente disposte in ulteriori costrutti attraverso cui assaporate le imprese del sottoscritto, costruendo a vostra volta immagini per supportare la lettura (esperienza audivisiva in primis più che gnoseologica) pensando siano vostre, ma non è così - con il Possente accasciato a terra mentre ruggiva il suo odio per il trascendentale attraverso decibel di potenza al di fuori di ogni classificazione audiometrica.
Il meccanismo androide costruito da un uomo di ragione convertitosi alla mera superstizione iconografica, si stagliava forte della fede, arrogante nella posa, a breve distanza dal dolorante. Col tono plasticoso della voce, recitava litanie demodé, arcaiche nel loro giungere all'orecchio, mentre Zichichi, festante, sognava conversioni o arrosti d'eretici quasi fosse un'esperienza erotico-surreale.
Amici miei, mai fui messo a terra in quel modo, colpito dal gesto geniale del santo di ferro, che, proprio perché era un essere dal cervello bionico e dall'eventuale cuore di stagno puro e deficente come quello di un bambino, mai avrebbe dovuto, secondo una mia analisi delle fasi della bagarre, colpire con così tanta veemenza e anarchico sprezzo delle regole, gli attributi che da sempre sono tanti mio motivo di vanto, a prescindere.
In preda allo spasmo per la violenza del colpo subito, fulmineo, preciso, infame, alla rabbia e alla sorpresa, ero dunque disteso a terra, alla mercé di un piccolo uomo folle e del suo strumento di dominazione culturale, approvato dalla Santa Sede.
Mi interrogavo sul perché di cotanta affermazione, e di come Zichichi fosse riuscito a creare un'entità di così tanto valore. Gli chiesi, urlando, in che modo ci era riuscito e lo scienziato si limitò a sentenziare che la fede, da sempre, richiede enormi sacrifici. Anche il Sangabrielebot era frutto di un sacrificio estremo.
La risposta del luminare mi fu chiara pochi istanti dopo, dal basso, dove ero ubicato, quando il prete di latta e bulloni si avvicinò a me per sferrare il colpo di grazia.
Mentre recitava salmi da estrema (M)unzione, sollevò il suo piede di acciaio per finirmi, e notai che ai piedi indossava un paio di scarpe da ginnastica.
Erano Nike.
Si rivolse ad un Munz stupito oltre ogni umana concezione, chiosando il suo camminare verso la mia disfatta con le parole:
"Divertiti di più, ma fallo con Gesù.
JUST DO IT.
Amen!"

E mi fu noto cosa era successo, anche se troppo tardi ormai.
Padre Nike, un famosissimo prete locale, famoso per le sue idee di teologiche applicate alla psicologia e alla danza hip hop, aveva offerto il suo corpo in sacrificio per la realizzazione di un essere mostruoso, capace di stendere anche il più devastante pensatore che la modernità abbia conosciuto.
L'ultima luce di relativismo applicato stava per spegnersi sull'Abruzzo, e sul mondo intero, di cosenguenza, e proprio la distruzione de L'Aquila, città sorta contro Roma e il potere, era un altro segnale dell'offensiva tecnovaticana all'intero nostro ecosistema.
Mentre mi accingevo ad affrontare una incredibile dipartita, l'inverosimile, che vi verrà svelato prossimamente, stava per accadere.

Sangue e Teobotica - Atto III: L'urlo di Munz!

E venne, infine, il giorno in cui il vostro scrittore dalle mani universali quanto un'idea prima si trovò faccia a faccia con il senso del sacro innestato nei transistor, nei releais, nelle valvole, nei bulloni di una struttura multimetrica, dalle forme umane, dal volto robotico.

Il Sangrabielebot era una unità meccanica complessa che si muoveva generando vapore nel suo avanzare, a causa del sistema di refrigerazione ad acqua santa proveniente direttamente da Lourdes. Zichichi, che da sempre ha cercato il miracolo nella scienza, si era già rifornito a vagoni di quella materia prima che, nazionalpopolarmente, è rinomata per tali effetti speciali.
L'ultraontologia munziana, quasi di conseguenza, si stavagliava poderosa dinanzi al trascendente applicato alla meccanica, in quello che si già si manifestava quale scontro tra modernità futurista e paradosso teotecnologico. Filosofi avrebbero sussunto in seguito le gesta di questi due esseri al di fuori della normale concezione dell'utente medio (dalla lettura borghese e dalla mente folcoristica) che, mentre il tempo si relazionava allo spazio inquadrando la realtà in coordinate ben definite, avanzavano l'uno verso l'altro. Uno ostentando ingranaggi. L'altro arti poderosi e muscoli definiti alla luce della conoscenza più ostentata, autoreferenziale e sfanculista dell'intera Storia della Filosofia, come in diversi saggi critici è stata precedentemente definita.

L'abbraccio tra carne e metallo fece sussultare le possenti zone dell'Abruzzo montano ancora una volta. Munz e il Sangabrielebot, avvianghiati in una morsa, modificavano l'ambiente circostante attraverso sequenze di pose plastiche, mosse speciali e mazzate d'antologia. Il confronto dialettico si estese per ore, sotto gli occhi del luminare che, come una navigata majorette, parteggiava spudoratamente per la sua creazione, alla faccia dello spirito sportivo.
La prima svolta della querelle si manifestò inaspettatamente dopo un diversi giorni di confronto spietato, ruvido, nel momento in cui il mucchio di metallo colpiva il poderoso intellettuale con un calcio ben assestato sotto la cintura, precisamente tra le gambe colonniformi, mettendo in discussione la tangibilità delle due enormi "monadi munziane", su cui tanto dibatte il pensiero moderno.
Munz a terra.

Un urlò squarciò la calma irreale del posto. Orde di animali, orsi bruni, camosci, lupi, volatili di ogni specie fuggivano impazziti da quell'espressione vocale dalle frequenze sconosciute, sovraumane, mentre Zichichi, in preda alla paura, si rintanava alle spalle dell'impassibile prodotto della tecnica cattolica, terrorizzato da insostenibili decibel di potenza che scandivano all'universo le parole dell'oltrefilosofo:
PORCODD*OOO!!

Sangue e Teobotica - Atto II: il mostruoso Sangabrielebot



Uscì dalle interiora dalla pietra 
che fendeva la terra sua dimora,
l'essere di ferro che non arretra
e al suo passar 'sì fu più cupa l'ora,
come l'ombra che distendeva tetra
mentre col nero lo spazio colora.
Mangiava i vuoti con morsi scanditi
mutando distanze in pochi minuti!

Sulle sue spalle sedeva la scienza

di un uomo pieno di fede malata
che con lo stagno riforma l'essenza
di una legge che Munz crede sbagliata.
Rutger si muove, denota Possenza
e al robot vuol dare una scotolata!
I palmi di fuoco se li porta appresso
ma il santo gigante non resta perplesso.

Danzano le parole e si innalzano,
come rutti, promesse di mazzate.
I lettori leggono e le ere erano
e s'informa il futuro in rime attrezzate.
Munz e Zichichi estetiche scontrano
e chiappe d'acciaio saran chiacchierate.
Con queste due righe finisce l'atto
che il vostro eroe vi racconta esatto.

Nella prossima puntata
La storia sarà continuata!