Sangue e Teobotica - Atto III: L'urlo di Munz!

E venne, infine, il giorno in cui il vostro scrittore dalle mani universali quanto un'idea prima si trovò faccia a faccia con il senso del sacro innestato nei transistor, nei releais, nelle valvole, nei bulloni di una struttura multimetrica, dalle forme umane, dal volto robotico.

Il Sangrabielebot era una unità meccanica complessa che si muoveva generando vapore nel suo avanzare, a causa del sistema di refrigerazione ad acqua santa proveniente direttamente da Lourdes. Zichichi, che da sempre ha cercato il miracolo nella scienza, si era già rifornito a vagoni di quella materia prima che, nazionalpopolarmente, è rinomata per tali effetti speciali.
L'ultraontologia munziana, quasi di conseguenza, si stavagliava poderosa dinanzi al trascendente applicato alla meccanica, in quello che si già si manifestava quale scontro tra modernità futurista e paradosso teotecnologico. Filosofi avrebbero sussunto in seguito le gesta di questi due esseri al di fuori della normale concezione dell'utente medio (dalla lettura borghese e dalla mente folcoristica) che, mentre il tempo si relazionava allo spazio inquadrando la realtà in coordinate ben definite, avanzavano l'uno verso l'altro. Uno ostentando ingranaggi. L'altro arti poderosi e muscoli definiti alla luce della conoscenza più ostentata, autoreferenziale e sfanculista dell'intera Storia della Filosofia, come in diversi saggi critici è stata precedentemente definita.

L'abbraccio tra carne e metallo fece sussultare le possenti zone dell'Abruzzo montano ancora una volta. Munz e il Sangabrielebot, avvianghiati in una morsa, modificavano l'ambiente circostante attraverso sequenze di pose plastiche, mosse speciali e mazzate d'antologia. Il confronto dialettico si estese per ore, sotto gli occhi del luminare che, come una navigata majorette, parteggiava spudoratamente per la sua creazione, alla faccia dello spirito sportivo.
La prima svolta della querelle si manifestò inaspettatamente dopo un diversi giorni di confronto spietato, ruvido, nel momento in cui il mucchio di metallo colpiva il poderoso intellettuale con un calcio ben assestato sotto la cintura, precisamente tra le gambe colonniformi, mettendo in discussione la tangibilità delle due enormi "monadi munziane", su cui tanto dibatte il pensiero moderno.
Munz a terra.

Un urlò squarciò la calma irreale del posto. Orde di animali, orsi bruni, camosci, lupi, volatili di ogni specie fuggivano impazziti da quell'espressione vocale dalle frequenze sconosciute, sovraumane, mentre Zichichi, in preda alla paura, si rintanava alle spalle dell'impassibile prodotto della tecnica cattolica, terrorizzato da insostenibili decibel di potenza che scandivano all'universo le parole dell'oltrefilosofo:
PORCODD*OOO!!

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