Sangue e Teobotica - Atto II: il mostruoso Sangabrielebot



Uscì dalle interiora dalla pietra 
che fendeva la terra sua dimora,
l'essere di ferro che non arretra
e al suo passar 'sì fu più cupa l'ora,
come l'ombra che distendeva tetra
mentre col nero lo spazio colora.
Mangiava i vuoti con morsi scanditi
mutando distanze in pochi minuti!

Sulle sue spalle sedeva la scienza

di un uomo pieno di fede malata
che con lo stagno riforma l'essenza
di una legge che Munz crede sbagliata.
Rutger si muove, denota Possenza
e al robot vuol dare una scotolata!
I palmi di fuoco se li porta appresso
ma il santo gigante non resta perplesso.

Danzano le parole e si innalzano,
come rutti, promesse di mazzate.
I lettori leggono e le ere erano
e s'informa il futuro in rime attrezzate.
Munz e Zichichi estetiche scontrano
e chiappe d'acciaio saran chiacchierate.
Con queste due righe finisce l'atto
che il vostro eroe vi racconta esatto.

Nella prossima puntata
La storia sarà continuata!

1 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahaahahah !!!
adesso stampo il santino
e me lo metto nel portafoglio.
immenso munz..

Gino Crotalo
da San Giovanni Lipioni